ERIKA VANZIN
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Gli attrezzi del mestiere

12/5/2020

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La domanda che mi viene spesso rivolta, quando dico a qualcuno che la mia professione è scrivere, è “Sei più un tipo da carta e penna o computer tutta la vita?”
La mia risposta è entrambi. Ho dei rituali molto precisi quando scrivo e le fasi distinguono chiaramente tra quando progetto il libro e quando effettivamente lo scrivo.
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Photo by Glenn Carstens-Peters on Unsplash
Quando progetto il libro il computer può rimanere tranquillamente nell’altra stanza perché, se non fosse per leggere le mail, nemmeno vorrei accenderlo. Non sono mai stata una che studia al computer, ho sempre avuto bisogno di avere il materiale stampato per potermici concentrare e studiare nei minimi dettagli. È un’abitudine che mi sono portata anche nel lavoro, se devo progettare ho bisogno di carta, penna e una quantità di pennarelli colorati incredibile. Ho bisogno di scrivere, prendere appunti, sottolineare alcuni concetti, disegnare anche l’ambientazione, se c’è un dettaglio che mi viene in mente e che mi pare particolarmente adatto. È capitato spesso di trovare tra gli appunti disegni interi di stanze o oggetti che non volevo assolutamente dimenticare quando arrivavo alla stesura vera e propria del libro.
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Photo by Jess Bailey on Unsplash
Per me progettare è tirare fuori il mio lato creativo, quindi sono coinvolti una quantità di materiali indescrivibile. Manca solo la colla vinilica e pare di essere tornati alle elementari di trent’anni fa e le ricerche con i collage ritagliati dai giornali. Ho un tipo di organizzazione tutto mio che difficilmente gli altri riescono a capire.
Un esempio della mia organizzazione con carta e penna? Per il libro su cui sto lavorando in questo momento ho:
  • 1 pagina con i punti fondamentali per la struttura del romanzo
  • 6 pagine di biografia dei protagonisti.
  • 2 pagine di suddivisioni dei capitoli con l’arco narrativo a grandi linee.
  • 2 pagine (uno per ciascuno) di evoluzione caratteriale, evoluzione sentimentale e lavorativa dei due protagonisti.
  • 21 pagine di descrizione dettagliata della trama di tutti i capitoli
Insomma, consumo parecchia carta nella programmazione del mio libro e soprattutto tanto inchiostro perché scrivo tutto a mano.
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Photo by Christin Hume on Unsplash
Quando si tratta, invece, di scrivere effettivamente la prima stesura del romanzo e le successive revisioni, è il momento in cui mi siedo al computer e divento un tutt’uno con la tastiera. Tutto quello che è vero e proprio libro è scritto a computer e salvato su almeno tre hard disk diversi e un paio di cartelle nel cloud (sono terrorizzata dall’idea di perdere il lavoro!)
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Photo by Christina @ wocintechchat.com on Unsplash
​Faccio un backup giornaliero dell’intero portatile su uno degli hard disk e una volta a settimana ne faccio uno su un altro hard disk separato… sì, si può dire cha abbia avuto brutte esperienze e che abbia perso giorni di lavoro, tipo sulla mia tesi!

​Per me avere l’intero libro sul computer è fondamentale perché riesco a scrivere più velocemente con a tastiera che non con carta e penna. Sarebbe impensabile scrivere tutto a mano e poi copiarlo a computer, anche se so che qualcuno lo fa, io ci impiegherei anni per scrivere e pubblicare un libro.

​Una volta stampavo il libro dopo le prime revisioni, per le rifiniture finali, perché avevo bisogno di vedere le ripetizioni dei termini sulla stessa pagina.
L’anno scorso, però, ho investito un po’ di soldi sull’iPad e con quello riesco a scrivere con la penna direttamente sul foglio di word, correggendolo come se fosse su carta. Mi ha risparmiato, sinceramente, un sacco di lavoro, di correggere su carta e poi procedere a riportare le correzioni a pc. Così ho eliminato un passaggio molto laborioso. 
Quindi, per rispondere alla domanda, sono un tipo da carta e penna nella progettazione, mentre sono un tipo da computer e tecnologia durante la stesura. Sono un mix tra sacro e profano, in pratica.

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    Moglie, zia orgogliosa, immigrata, autrice di 15+ romanzi, fervida sostenitrice del “be kind”, amante delle piante ma riesce a ucciderle in meno di una settimana.

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