Oggi volevo parlarvi di un argomento che da poco, grazie a Lea di ChickLit Italia, è tornato alla ribalta nel mio cuore in maniera positiva, questa volta. Vi chiedo di spendere 13 minuti del vostro tempo per guardare il video qui sotto (ha i sottotitoli in italiano), è l’intervento di una Emilie Wapnick che parla del multipotenziale.
Per tutta la mia vita mi sono sentita ripetere che quando si diventa grandi bisogna mettere “la testa a posto” scegliere un lavoro che ti porta un buon salario per comprarti una casa e una buona pensione, anche se non ti piace, perché è quello che un adulto deve fare. Ingoiare il rospo e andare avanti, anche se ti annoi, anche se ti senti soffocare in quella vita, è il prezzo da pagare quando si diventa grandi.
Ho sempre avuto paura di questo concetto. Mi sono sempre sentita angosciata perché io un sogno soltanto non ce l’ho… ne ho tanti. Amo scrivere libri, ma amo anche insegnare agli altri cosa ho imparato. Amo ricamare ma allo stesso tempo amo anche programmare. Mi piace costruire siti web ma non riesco a resistere di fronte al richiamo del mare e delle immersioni. Mi piace perdermi negli esercizi di carteggio ma anche dipingere quadri. Mi piace disegnare fumetti ma adoro anche lavorare nella cucina di un ristorante. Mi hanno sempre insegnato che devo scegliere una cosa e farla bene, che appassionarsi a diversi argomenti non ti porta a concludere niente nella vita. Ho cercato di seguire quegli insegnamenti ma a trent’anni sono esplosa. Per me non è una vita fattibile, non sono capace di uniformarmi e rientrare in quella scatola in cui mi hanno detto che devo stare se voglio avere successo nella vita. Mi sono sentita a disagio e in colpa per questa mia reazione, mi sono spesso chiesta se sono io quella sbagliata, quella che non riesce a vedere il problema. Io sono tante cose, una scrittrice, una ricamatrice, un’imprenditrice, una disegnatrice, una web designer, una grafica, una sub… e sono fiera di esserlo. Ho lavorato nella cucina di un ristorante, ma anche come customer service manager in un’azienda di software, ho una laurea in statistica ma ho studiato anche sceneggiatura e scrittura creativa. Scrivo libri, vendo oggetti che creo con le mie mani, scrivo sceneggiature e insegno agli altri come destreggiarsi nella pubblicazione dei propri libri, mentre costruisco da sola i siti web che mi servono per l’occasione. Riesco a essere creativa in quello che faccio ma allo stesso tempo rigorosa nel gestire la mia azienda. Mi hanno sempre fatto pesare il fatto che facendo così non concluderò mai niente nella vita, ora però so che c’è una parola che definisce quello che sono: sono una persona con multipotenziale. E non è neppure una parolaccia o una cosa negativa, semplicemente sono quella che ha bisogno delle ante di vetro dell’armadio del suo ufficio, alte più di due metri, per scriverci la sua “To do list” dei progetti che sta portando avanti. Progetti che si intersecano, si intrecciano, a volte hanno confini confusi, ma che fanno parte di quella che sono e di quello che voglio diventare. Da grande voglio fare la scrittrice… ma anche l’insegnante, l’imprenditrice, la web designer… e tutto ciò che mi appassiona.
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AutoreMoglie, zia orgogliosa, immigrata, autrice di 15+ romanzi, fervida sostenitrice del “be kind”, amante delle piante ma riesce a ucciderle in meno di una settimana. Seguimi su:Archivi
Novembre 2020
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