Backstage è un libro che parla di una rock band vecchio stampo, quelle che si faticano a vedere nascere in questi giorni. Al giorno d’oggi, infatti, il pop ha molta più risonanza commerciale, rendendo i ragazzini delle boy band dei veri e propri idoli. Questo fenomeno fa spesso storcere il naso alle persone un po’ più grandine che hanno vissuto la musica di qualche anno fa, che considerano questi fenomeni di poco valore, sia musicale che come artisti. Ma questi ragazzini, sono davvero così da sottovalutare? Qualche anno fa parlavo con alcuni amici musicisti dopo un loro concerto, la conversazione è caduta sulla musica contemporanea e una loro affermazione mi ha completamente spiazzata. Stavamo parlando di Adele e di One Direction, due tipologie di artisti molto diverse ma comunque con un enorme seguito ai giorni nostri. Quando ho chiesto se ritenevano che Adele fosse “migliore” artisticamente degli One Direction, la loro risposta è stata un “no” secco.
Una cosa che mi hanno fatto osservare i miei amici musicisti è la preparazione fisica che questi ragazzini hanno (non solo One Direction, ma anche tutti gli altri, da Ariana Grande alle Little Mix). Un loro concerto dura un paio d’ore e in queste due ore non hanno mai un minuto di pausa. Cantano, saltano, ballano, sono sempre in movimento per coinvolgere il pubblico. Fanno coreografie, sono sempre attenti e concentrati, non perdono una battuta che sia una e non lo fanno mai arrancando sul palco; non hanno il fiatone e non faticano a parlare nemmeno dopo la fine del pezzo su cui hanno appena cantato e ballato. E ogni concerto danno sempre il cento per cento, anche se sono sul palco cinque giorni su sette per tour che durano uno, due, tre… anche cinque anni. (I tour degli One Direction erano così appiccicati l’uno all’altro che praticamente non hanno avuto un attimo di pausa nei cinque anni di contratto con il management che li ha tenuti sotto contratto fin dall’inizio)
I ragazzini di oggi, quelli delle boy band che tanto ci fanno storcere il naso, offrono uno spettacolo degno di questo nome ogni singolo concerto dall’inizio alla fine del tour. La qualità non cala mai e se pensate che “siano pagati per fare solo questo”, vi sbagliate. Al giorno d’oggi è molto più facile essere notati e fare successo, ma mantenerlo è tutta un’altra storia. Per poter fare questo lavoro devi sempre essere al centro dell’attenzione, perché ci sono centinaia di altri artisti che cercheranno di ricavarsi uno spazio a spese tue e della tua popolarità e visibilità.
Dire che queste band valgono meno perché hanno avuto fortuna e non hanno lavorato per il loro successo è un guardare con gli occhi chiusi a un fenomeno che è molto più ampio. Avere fortuna e saper mantenere quella fortuna con il duro lavoro sono due realtà completamente diverse e rifiutarsi di riconoscere questi meriti è un vero peccato. Se poi si vuole insinuare che artisticamente valgono meno di altri musicisti perché non fanno musica ricercata è uno sminuire un lavoro basandosi sui propri gusti musicali. Non saranno tecnicamente dei geni della musica, ma riescono comunque arrivare al cuore della gente. La musica, come qualsiasi altra forma d’arte, deve arrivare al cuore del pubblico. Un musicista può essere tecnicamente perfetto ma se non suscita emozioni in chi lo ascolta perde di vista il punto fondamentale di scrivere un brano: comunicare qualcosa a chi lo ascolta e creare un legame con queste persone. Vuoi ricevere notizie sulla mia vita a Seattle e approfondimenti sui libri che scrivo? Iscriviti alla mia newsletter, riceverai una mail a settimana. Niente spam, promesso.
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AutoreMoglie, zia orgogliosa, immigrata, autrice di 15+ romanzi, fervida sostenitrice del “be kind”, amante delle piante ma riesce a ucciderle in meno di una settimana. Seguimi su:Archivi
September 2024
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