Scott Brown, protagonista maschile de “la giara delle imperfezioni”, è un ragazzo ricco di New York discendente di una famiglia a capo di un grande impero. L’azienda fondata dalla famiglia della madre si occupa di energie rinnovabili, quindi di impianti che utilizzano principalmente sole e vento per produrre energia ecosostenibile. Una missione, la loro, molto importante ma che a volte non viene avvertita come un valore aggiunto ma piuttosto una minaccia. Scott si trova a scontrarsi con la realtà del paese dove si trasferisce in cui una parte delle famiglie della comunità, si sostengono grazie al lavoro di estrazione del petrolio e di gas naturali presenti nella parte nord-ovest dello stato. La famiglia di Scott, viene dunque vista più come una minaccia all’economia di quelle famiglie piuttosto che una risorsa per l’intero pianeta.
Sono tragedie che [...] si consumano attraverso lo schermo di un televisore, come un film che, per quanto tragico possa essere, non tocca la quotidianità di chi non vive in prima persona quell’evento. Nonostante siamo tutti ormai convinti che il problema del cambiamento climatico sia una questione che ha superato da anni la soglia della serietà ed è diventato vera e propria emergenza, quando si tratta di fare qualcosa nella vita di tutti i giorni per agire concretamente sul problema, le difficoltà che ne scaturiscono non sono da sottovalutare. Pensare concretamente di abbandonare, ad esempio, i combustibili fossili per energie alternative porta a implicazioni nella vita delle persone che non sono di così facile soluzione. Proviamo a immaginare che un uomo di cinquantacinque anni lavori da sempre come operaio in un impianto per l’estrazione del petrolio. Nel giro di qualche anno, l’azienda per cui lavora decide di chiudere lo stabilimento perché è più remunerativo pensare di usare le risorse per un qualche progetto di energia rinnovabile piuttosto che quella petrolifera. Quell’uomo si ritrova da un giorno all’altro senza un lavoro e con una specializzazione tale che non gli permette di trovare facilmente un altro impego.
...bisogna essere consapevoli che ci lasciamo necessariamente indietro qualcuno: chi non ha più l’età o la capacità di adattarsi a quel cambiamento... La rabbia degli abitanti di quel paesino, che ho descritto nel romanzo, verso chi cerca di rendere il mondo un posto migliore, non rappresenta una mancanza di volontà di salvare un ecosistema che sta cadendo a pezzi, ma la paura di ritrovarsi a fare la fame da un giorno all’altro. Al giorno d’oggi l’avanzamento della tecnologia è così rapido che rimanere al passo con i nuovi lavori diventa via via più difficile e il gap tra chi riesce ad aggiornarsi e chi rimane indietro diventa di anno in anno sempre più grande. Il problema è che molto spesso la società non è preparata ad assistere chi, per forza di cose, non riesce più a rientrare nel mercato del lavoro e si ritrova a non potersi più sostenere economicamente per vivere in maniera dignitosa ( non sto parlando di lusso ma di mantenersi un tetto sulla testa). Ho voluto, nel mio libro, mettere Scott nella condizione di scontrarsi con questa realtà, perché dal mio punto di vista questo problema sta avendo un impatto nella nostra società che ancora non riusciamo ben a focalizzare. Siamo arrivati al punto in cui siamo costretti a cambiare la direzione che dobbiamo dare alle nostre priorità per cambiare il pianeta, ma siamo pronti ad affrontare l’impatto che questi cambiamenti avranno inevitabilmente sulla nostra società? Grazie per essere arrivato a leggere fin qui, significa che hai apprezzato l’articolo e questo mi fa molto piacere. Se vuoi saperne di più su quello che penso e quello che puoi trovare nei miei libri, iscriviti alla newsletter, per ricevere altre notizie. Niente spam, promesso.
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AutoreMoglie, zia orgogliosa, immigrata, autrice di 15+ romanzi, fervida sostenitrice del “be kind”, amante delle piante ma riesce a ucciderle in meno di una settimana. Seguimi su:Archivi
September 2024
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