ERIKA VANZIN
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Il ruolo degli insegnanti e della famiglia

9/4/2020

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Quando ho iniziato a scrivere “la giara delle imperfezioni” avevo ben chiara in mente una cosa: Scott doveva essere un professore giovane, tanto giovane, poco più grande dei ragazzini a cui faceva lezione. Doveva entrare in contatto con loro, far parte di quel gruppo, guadagnarsi la loro fiducia per poter insegnare loro qualcosa di più che la semplice storia prevista in programma.
Dal momento in cui nasciamo fino a quando non diventiamo adulti e cominciamo una vita del tutto indipendente abbiamo bisogno di qualcuno che ci guidi e ci insegni a scegliere. All’inizio ci sarà solo la famiglia, poi col tempo si uniranno altre figure come gli insegnanti. Tutte queste persone sono fondamentali per la crescita e la formazione di un bambino.
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Photo by Anna Pritchard on Unsplash
​Cosa succede, però, se i bambini crescono in famiglie in cui gli insegnamenti non vengono dati, vengono abbandonati a loro stessi o, peggio, vengono inculcati valori “cattivi” con un atteggiamento violento? Gli insegnanti hanno un compito estremamente difficile, in questo caso, perché tocca a loro capire la situazione che hanno di fronte e agire di conseguenza, senza sostituirsi alla famiglia. Cosa succede, però, se anche gli insegnanti si limitano a spiegare la lezione e non si preoccupano di andare più a fondo nel capire i loro alunni?
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Photo by Taylor Wilcox on Unsplash
​Io sono fortunata perché sono cresciuta in una famiglia unita e presente sempre, in tutti i momenti della mia vita, anche adesso che ho quarant’anni e vivo dall’altra parte del mondo. Per quanto riguarda gli insegnanti, però, non è stato così. Ricordo solo due insegnanti, durante tutta la mia carriera scolastica, che hanno davvero lasciato il segno nella mia vita: la maestra delle elementari, che mi ha accolta quando avevo cinque anni e il terrore degli sconosciuti, e l’insegnante di italiano della prima o forse seconda media (l’ho avuta soltanto per un anno), che ha cercato di unirci e farci appassionare più che alla sua materia, alla vita. ​
Per il resto, nessuno mi ha dato qualcosa che potessi portarmi dietro come insegnamento da adulta, anzi, ho un ricordo molto amaro di quelle persone.
Ne “la giara delle imperfezioni” ho voluto inserire proprio questo aspetto: ragazzini circondati da adulti bigotti, con accesso a internet e al mondo esterno, ma senza una vera guida. Scott è diventato il faro da seguire, una persona a cui fare riferimento nei momenti in cui si inizia a brancolare nel buio. L’adolescenza è la fase più delicata del diventare adulti, perché si comincia a fare scelte che condizioneranno completamente la vita futura ma non si ha ancora la maturità e l’esperienza per farne di sagge. Spesso ci si ritrova a dover risolvere problemi causati da scelte sbagliate che a volte, purtroppo, possono essere più grandi delle capacità del ragazzino che se le ritrova di fronte.
​Nella maggior parte dei casi ci sono famiglie attente a sostenere ma quando questo non succede, o quando è necessario “un occhio in più” per capire che qualcosa non va, gli insegnanti sono fondamentali per intervenire in una situazione potenzialmente pericolosa. Sono loro che passano la maggior parte della giornata a stretto contatto con i ragazzi e il loro contributo è fondamentale per la loro crescita. ​
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Photo by Kat J on Unsplash
​Sfortunatamente non sempre ci si trova di fronte a persone capaci di fare questo lavoro. Per fare l’insegnante serve una vera e propria vocazione. Non si tratta soltanto di avere un’approfondita conoscenza della materia, bisogna anche capire le persone che si ha di fronte e intervenire nel modo più opportuno nelle situazioni personali che vanno oltre l’insegnamento. Gli insegnanti, però, sono esseri umani, con i loro problemi, generalmente hanno uno stipendio da fame e una quantità di studenti da seguire che non permette loro di essere sempre presenti per tutti e, soprattutto, con le mani legate per quanto riguarda quello che è consentito o non consentito fare. Viaggiano sempre su una linea sottile che, se viene superata potrebbe metterli seriamente nei guai.
​Come in tutti i lavori, c’è chi ha la sensibilità, la pazienza e la devozione di trovare il modo di aiutare i ragazzini che hanno di fronte, e altri che semplicemente vanno avanti giorno per giorno, cercando di sopravvivere al meglio come tutti, a volte semplicemente rinunciando ad aiutare chi ha più bisogno degli altri. C’è chi, come in tutti i lavori, decide di dare il massimo e di ispirare gli altri con cui sono a contatto, altri decidono di fare solo quello per cui sono pagati e poi tornano a casa lasciando fuori dalla porta i problemi lavorativi.
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Photo by NeONBRAND on Unsplash
Sono due modi di affrontare il proprio lavoro che ho visto in tutti gli ambiti, non solo quello scolastico, ma che quando si mette in pratica in un’aula scolastica, può avere un impatto enorme sulle persone che la popolano, sia positivo che negativo.
È per questo motivo che ho voluto inserire la figura di Scott ne “la giara delle imperfezioni”, perché gli insegnanti bravi, quelli che ti fanno crescere e lasciano il segno, esistono, si trovano e sono quelli che si ricordano per il resto della vita. Mentre gli insegnanti poco incisivi ci aiutano a superare la scuola superiore imparando le nozioni che ci servono per il futuro, quelli positivi lasciano un segno profondo nelle nostre vite che può decidere il nostro futuro. Basta trovarne uno che davvero insegna per passione ed è sufficiente per dare una svolta a quegli alunni che incontra nella sua strada. 

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    Moglie, zia orgogliosa, immigrata, autrice di 15+ romanzi, fervida sostenitrice del “be kind”, amante delle piante ma riesce a ucciderle in meno di una settimana.

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