ERIKA VANZIN
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Lo streaming e il futuro della musica live

25/6/2020

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​La pandemia ci ha cambiato la vita, questo ormai è più che chiaro a tutti, sia dal punto di vista privato che da quello lavorativo. Mentre per alcuni settori economici è stato comunque possibile lavorare da casa, per altri è stata una battuta d’arresto improvvisa e destabilizzante. La settimana scorsa, nel mio post, ho parlato della vita del musicista in Italia, di come non sia facile sopravvivere facendo questo lavoro. Questa settimana voglio parlare di come questa quarantena abbia messo in ginocchio chi vive di musica, indipendentemente dal paese in cui si abita.
In Backstage parlo di band dalla fama mondiale, persone che, anche se si fermano per qualche mese, non hanno il problema di perdere quel contatto dai fan e nemmeno di introiti dal loro lavoro. I grandi artisti hanno più fonti e collaborazioni da cui attingere, che sia per un marchio di moda o una prestigiosa marca di orologi, il loro lavoro di musicisti non è il solo da cui attingono per sopravvivere. Il loro nome è anche il loro brand e basta fare una diretta live su Instagram o postare una foto di un determinato marchio per avere comunque modo di vivere del proprio lavoro.
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Photo by Tijs van Leur on Unsplash
​I piccoli artisti, però, quelli che sopravvivono suonando musica live nei locali, non hanno questa possibilità a cui aggrapparsi in un momento in cui tutti i loro incassi sono stati azzerati perché i locali sono stati costretti a chiudere. Al di là di lavorare sulla loro immagine sui social e vendere più musica negli store online, è difficile trovare altri modi per portare a casa uno stipendio. Uno di questi è fare concerti su piattaforme come Stageit.
​Come funzionano queste piattaforme? L’artista fa uno streaming del concerto da qualsiasi location, che può essere uno studio, come il suo salotto di casa e i fan si collegano dai loro computer o pagando un biglietto simbolico di qualche dollaro, oppure come accade più spesso, facendo donazioni “in diretta” mentre l’artista suona. Non c’è limite alle donazioni, ogni fan può dare quello che vuole all’artista, cosa che in un normale concerto non può fare (è difficile che durante il live in un locale ci sia un posto dove lasciare le mance, oltre al biglietto d’ingresso che si paga).
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Photo by Roger Harris on Unsplas
​Ovviamente sta all’artista riuscire ad attirare più persone possibile sulla piattaforma e fornire loro uno spettacolo tale da ricevere più tips, lavorare sulla sua presenza social, allargare la sua base di fan in modo da raggiungere più persone. Se da un lato questo lavoro è difficile, dall’altro ti dà la possibilità di farti un nome come artista in un modo che non è del tutto convenzionale. In una situazione d’emergenza come la pandemia dove si è tolta la variabile principale, quella della musica dal vivo, si è aperta una possibilità non del tutto trascurabile di un nuovo modo di fare musica.
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Photo by Pao Edu on Unsplash
​Questo tipo di approccio è usato da anni dagli artisti americani per raggiungere quella parte di pubblico oltre oceano quando è troppo costoso organizzare un tour; durante questo periodo ha preso piede in maniera più decisa, essendo rimasta l’unica alternativa possibile per guadagnare dalla musica live.
​Lo streaming diventerà l’unico modo di fare musica? Sicuramente no, quando i locali torneranno ad aprire, si comincerà di nuovo a suonare nel modo tradizionale, ma non credo che questa soluzione scomparirà completamente. Ci vorranno mesi, se non addirittura anni prima che si possa parlare di “ritorno alla normalità”, e nel caso della riapertura ci saranno delle restrizioni per cui la musica dal vivo non sarà ancora possibile. Il rispetto delle distanze tra le persone, il sovraffollamento dei locali, saranno ancora delle problematiche difficilmente risolvibili per chi fa musica; ci vorrà del tempo prima di tornare a pieno ritmo e la soluzione dello streaming rimarrà ancora per un po’.
​Credo che, però, una volta sperimentato questo modo di fare musica, molti lo useranno anche in futuro per integrare le uscite sul campo. Ampliare il proprio pubblico in modo da arrivare anche a chi non è vicino geograficamente è fondamentale per un artista. Il problema, però, è che spostarsi fisicamente con un tour è costoso, richiede molto tempo nell’organizzazione e non sempre è fattibile. Mentre da un lato non si può sostituire per un fan l’esperienza del concerto, dall’altro è più facile raggiungere anche chi non vive nelle grosse città dove generalmente si tengono gli eventi.
Credo che in futuro, l’alternanza streaming e concerti nei locali, sarà una soluzione che molti artisti useranno, aprendo nuove prospettive per chi vuole vivere con questo lavoro.

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    Moglie, zia orgogliosa, immigrata, autrice di 15+ romanzi, fervida sostenitrice del “be kind”, amante delle piante ma riesce a ucciderle in meno di una settimana.

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