La pandemia ci ha cambiato la vita, questo ormai è più che chiaro a tutti, sia dal punto di vista privato che da quello lavorativo. Mentre per alcuni settori economici è stato comunque possibile lavorare da casa, per altri è stata una battuta d’arresto improvvisa e destabilizzante. La settimana scorsa, nel mio post, ho parlato della vita del musicista in Italia, di come non sia facile sopravvivere facendo questo lavoro. Questa settimana voglio parlare di come questa quarantena abbia messo in ginocchio chi vive di musica, indipendentemente dal paese in cui si abita. In Backstage parlo di band dalla fama mondiale, persone che, anche se si fermano per qualche mese, non hanno il problema di perdere quel contatto dai fan e nemmeno di introiti dal loro lavoro. I grandi artisti hanno più fonti e collaborazioni da cui attingere, che sia per un marchio di moda o una prestigiosa marca di orologi, il loro lavoro di musicisti non è il solo da cui attingono per sopravvivere. Il loro nome è anche il loro brand e basta fare una diretta live su Instagram o postare una foto di un determinato marchio per avere comunque modo di vivere del proprio lavoro.
Ovviamente sta all’artista riuscire ad attirare più persone possibile sulla piattaforma e fornire loro uno spettacolo tale da ricevere più tips, lavorare sulla sua presenza social, allargare la sua base di fan in modo da raggiungere più persone. Se da un lato questo lavoro è difficile, dall’altro ti dà la possibilità di farti un nome come artista in un modo che non è del tutto convenzionale. In una situazione d’emergenza come la pandemia dove si è tolta la variabile principale, quella della musica dal vivo, si è aperta una possibilità non del tutto trascurabile di un nuovo modo di fare musica.
Credo che, però, una volta sperimentato questo modo di fare musica, molti lo useranno anche in futuro per integrare le uscite sul campo. Ampliare il proprio pubblico in modo da arrivare anche a chi non è vicino geograficamente è fondamentale per un artista. Il problema, però, è che spostarsi fisicamente con un tour è costoso, richiede molto tempo nell’organizzazione e non sempre è fattibile. Mentre da un lato non si può sostituire per un fan l’esperienza del concerto, dall’altro è più facile raggiungere anche chi non vive nelle grosse città dove generalmente si tengono gli eventi. Credo che in futuro, l’alternanza streaming e concerti nei locali, sarà una soluzione che molti artisti useranno, aprendo nuove prospettive per chi vuole vivere con questo lavoro. Vuoi ricevere notizie sulla mia vita a Seattle e approfondimenti sui libri che scrivo? Iscriviti alla mia newsletter, riceverai una mail a settimana. Niente spam, promesso.
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AutoreMoglie, zia orgogliosa, immigrata, autrice di 15+ romanzi, fervida sostenitrice del “be kind”, amante delle piante ma riesce a ucciderle in meno di una settimana. Seguimi su:Archivi
September 2024
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